La nuova responsabilità sanitaria dopo la legge Gelli-Bianco

Facebook
Twitter
Pinterest
WhatsApp
Email

Giovedì 8 novembre presso il Brigantino2 a Barletta, il dott. Luciano Guaglione, magistrato presso la Corte d’appello di Bari, ha relazionato sulla nuova responsabilità sanitaria a seguito della normativa introdotta lo scorso anno in tale settore. L’incontro era aperto a tutti ed è stato organizzato dal Rotary Club di Barletta , presieduto da Carmine Faggella.

Pubblico folto e platea gremita. Presenti : il dott. Sabino Montenero, assistente del Governatore Rotary Donato Donnoli; il dott.Allegretta, già Presidente TAR Puglia; il dott. Luigi Scimè, magistrato c/o la Corte di Appello di Salerno; il dott. Dino Delvecchio, Presidente dell’Ordine dei Medici BAT; il dott. Chiorazzo, già primario della Pediatria a Barletta; il dott. Belpiede, già primario della Ginecologia a Barletta. Foltissima la presenza di medici e avvocati, oltre che di pubblico non di settore.

Introduce la serata il Presidente del Rotary Club di Barletta Carmine Faggella , specificando come l’intervento del dott. Guaglione indagherà in maniera critica il tema della responsabilità nelle professioni sanitarie, per come si è recentemente evoluto attraverso l’intervento normativo e gli orientamenti giurisprudenziali più accreditati.

Il dott.Guaglione puntualizza subito come il Legislatore abbia scelto di intervenire nuovamente per regolare la materia nel 2017 con la legge Gelli-Bianco, un provvedimento che fornisce disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale dei medici, segnando un cambiamento profondo nella direzione di una responsabilità sanitaria basata su un sistema a doppio binario e obbligatoriamente assicurata.

La principale finalità della nuova disciplina è, per un verso, quella di porre un freno al fenomeno della cosiddetta “medicina difensiva”, ravvisabile in quella distorsione operativa che vede i medici più preoccupati di difendere la loro posizione e di minimizzare il rischio di contenziosi legali che di curare il paziente; per altro verso, quella di costruire un sistema di tutela efficace dei danneggiati, presidiato – oltre che dalla stessa realizzazione di un efficiente sistema di sicurezza delle cure e di prevenzione dei rischi – dall’introduzione di un sistema assicurativo obbligatorio ed affiancato da un Fondo di Garanzia, deputato ad intervenire laddove la tutela assicurativa risulti insufficiente.

La trattazione parte dalla caratterizzazione dei tre tipi di responsabilità che fanno capo ai medici (penale, civile e amministrativa), per analizzare poi il passaggio dal “contratto” tra medico e paziente al “contatto sociale qualificato”, un concetto giurisprudenziale assimilato dalla dottrina tedesca. In questi ultimi decenni si è assistito ad una crescita esponenziale del contenzioso e di conseguenza ai danni della “medicina difensiva” sia per i medici che per i pazienti, a causa del frequente trincerarsi del medico dietro prescrizioni da protocollo ed esami clinici a volte superflui, ma prescritti in nome di una medicina appunto “difensiva”.

La legge GELLI-BIANCO: sposta il centro di gravità della responsabilità dal medico alla struttura di cui è dipendente, salvo che il medico abbia dolo o colpa accertate. Quindi in certo modo “alleggerisce” il medico dalle preoccupazioni amministrative che potrebbero limitare l’esercizio della sua professionalità.  La legge apporta vantaggi anche al paziente e al suo diritto al risarcimento da parte struttura, la quale a sua volta ha l’obbligo di assicurazione ed ha a disposizione anche un Fondo di Garanzia. Ma non si tratta di uno scudo cieco a favore del medico, che comunque deve attivarsi ad adeguare proprio intervento alle esigenze specifiche del paziente, pena il rivalersi della struttura nei suoi confronti.

Interviene il dott Dino Delvecchio, che sottolinea l’importanza della tematica alla luce della crescita esponenziale del contenzioso e dei danni della “medicina difensiva” sia per i medici che per i pazienti.

Il magistrato Scimè: enorme la complessità nel giudicare il dolo o la colpa di un medico, sia per la difficoltà di valutare la distinzione tra negligenza e imperizia, sia per la problematicità nell’ individuare con sicurezza le cause di un evento negativo. I processi nei confronti dei medici sono i più complessi.

Il dott. Belpiede evidenzia i danni fatti negli ultimi anni dalla medicina “difensiva”. Il medico deve poter esercitare responsabilmente la sua professione senza condizionamenti o pressing che di fatto possono limitare anche l’efficacia del suo intervento.

Il dott. Montenero evidenzia l’enorme delicatezza della problematica trattata, sottolineando la complessità del lavoro del medico e la difficoltà nello stabilire con certezza i nessi di causalità tra intervento ed esito infausto.

In un contesto di altissimo l’interesse da parte di tutti i presenti , il dott. Guaglione ha affrontato tematiche importanti che coinvolgono la vita di ognuno di noi nei momenti drammatici in cui la salute viene meno e necessita ovviamente più che mai di interventi professionali e responsabili.